I RISCHI

Immagine rappresentativa.


Essendo una tecnologia ancora agli albori, l'utilizzo di cromosomi artificiali o più in generale la pratica delle mutazioni genetiche potrebbe comportare diversi rischi. A questo proposito, riporto un pezzo dell'articolo pubblicato sul giornale La Repubblica nel quale il giornalista, Giovanni Maria Pace afferma: 

<< Inserire cromosomi estranei o soprannumerari nel genoma non comporta dei rischi? Pensando che il mongolismo è causato dalla presenza di tre cromosomi 21 invece che dei regolamentari due, si direbbe di sì. "Ma l'approccio di Willard", assicura Sgaramella, "offre sufficienti garanzie". Il ricercatore americano sa infatti che cosa immette nella cellula. >>




Sulla base di questo articolo, l'inserimento di ulteriori cromosomi all'interno di un organismo non dovrebbe comportare nessun tipo di rischio o problema. 
Se si affronta invece l'argomento della terapia genica, i rischi comportati da questa pratica sempre più diffusa vengono sufficientemente descritti in questa parte di testo tratta dalla pagina scienzainrete:
http://www.scienzainrete.it/articolo/eugenetica-limiti-della-manipolazionegenetica/gaspare-polizzi/2017-09-08


<< A consuntivo della sua presentazione Greco illustra i rischi da evitare per la terapia genetica e specificamente per la CRISPR, individuandone tre gruppi. I rischi di natura epistemologica, ovvero la confusione tra “predestinazione” e “predisposizione” e la credenza, infondata, che “nel nostro genoma sarebbe racchiusa, pura ed essenziale, la nostra natura individuale e collettiva. L’essenza della nostra umanità”. I rischi di natura socio-economica – che considera i più gravi – che condurrebbero a un’ulteriore diseguaglianza nel diritto alla salute, tra i pochi in grado di curarsi con la terapia genetica e i molti non tutelati. A tal fine Greco richiede di “rivedere profondamente sia il nostro welfare sanitario sia il sistema di produzione di nuove conoscenze nell’ambito della biomedicina” (p. 49). Infine i rischi culturali, ovvero quelli connessi al diffondersi dell’idea di “una malintesa eugenetica. Se la tecnica me lo consente e ho soldi a sufficienza, un domani potrei utilizzarla per far sì che i miei figli nascano non solo sani, ma anche con i capelli biondi e con gli occhi azzurri” (ivi). Per una migliore conoscenza delle questioni in gioco sono d’aiuto – nel libro – le interviste a Laura Palazzani e a Giuseppe Noia, che forniscono utili indicazioni da un punto di vista giuridico e medico (Noia con una marcata prospettiva cattolica). >>

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